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Il Naviglio Grande a Castelletto di Cuggiono (MI) |
Il viaggio degli sposi a Milano, nella mente del regista Ermanno Olmi, è il viaggio di nozze della nonna materna. Raggiungere Milano con il barcone era in effetti possibile a fine '800 per quanti risiedevano nel bergamasco, attraverso il Naviglio Martesana, canale la cui presa è in località Concesa presso Trezzo sull'Adda. Il naviglio in seguito svolta decisamente a ovest verso Milano nei presi di Cassano d'Adda (località la Volta) fino a giungere nel capoluogo lombardo in zona Melchiorre Gioia presso la cassina de' pomm, dopo aver attraversato i comuni di Inzago, Gorgonzola, Cassina de' Pecchi, Cernusco sul Naviglio, Vimodrone per citarne alcuni. Si potrebbe quindi pensare che Olmi abbia girato uno dei capitoli più ispirati del film proprio sul Martesana.
Non è così.
Il
"Naviglio di Olmi" non è quello a est di Milano, ma quello a ovest, certamente preferibile da un punto di vista cinematografico, sicuramente più antico e intriso di storia, e che più pittorescamente del Martesana solca il territorio del parco agricolo sud di Milano : il
Naviglio Grande.
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Il tratto del fiume Oglio a Pontoglio (Bs) ripreso nel film |
Riguardo ai luoghi del viaggio degli sposi è bene precisare però che, una volta lasciata la chiesa (ricordiamo che l'esterno è quella di Cividate al Piano, mentre l'interno è quella di Cortenuova -vedi post precedenti-) il carretto con gli sposi contadini si affaccia per pochi secondi
sul fiume Oglio in località
Pontoglio (Bs) in via Garibaldi, le belle riprese, e l'abile montaggio effettuato ci fanno credere che quel primo corso d'acqua sia già il naviglio invece è proprio il fiume che nasce dalla Valle Camonica, dopo essere entrato e uscito dal lago d'Iseo.
Scesi dal carretto, (siamo a Cividate al Piano all'angolo tra via S.Nicolò e via Vavassori) l'immagine successiva è quella di una piazza acciotolata con i novelli sposi che percorrono una discesa che porta all'imbarcadero. Siamo a
Castelletto di Cuggiono presso l'ex convento di S.Rocco, piazza S.S.Giacomo e Filippo, (foto a fianco) mentre l'imbarcadero è l'ex lavatoio della frazioncina, dove gli sposi e i loro prossimi parenti con altre persone aspettano l'arrivo del barcone.
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Castelletto di Cuggiono: la discesa acciottolata che porta all'ex lavatoio |
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Castelletto di Cuggiono: l'ex lavatoio, ora pontile per l'imbarco/sbarco
durante la stagione della navigazione sul naviglio |
Sulle note della suite per violoncello solo di J.S. Bach inizia il viaggio degli sposi contadini sul barcone.
Pochissimo dialogo, la barca che scorre. In lontananza il profilo di una cupola e un campanile, si tratta del complesso della parrocchia di
Bernate Ticino, poi il barcone lambisce una scalinata affacciata sul canale che appartiene ad una delle tante dimore estive delle facoltose e nobili famiglie milanesi del passato, si tratta di
Villa Gaia nella splendida
Robecco sul Naviglio, poi un cascinale che nel film è mostrato dopo la scalinata, ma nella realtà si trova qualche centinaio di metri a monte sempre a Robecco; si tratta della
Cà di Buson che nel film dà l'idea dell'avvicinamento alla città, ed infine l'attracco finale, presso
l'osteria Sant'Antonio ad
Abbiategrasso. Qui termina il viaggio sul barcone, tappa fondamentale per
la meta degli sposi: raggiungere il convento della zia di Maddalena suora a Milano.
(c) RIPRODUZIONE RISERVATA
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Bernate Ticino: campanile e cupola chiesa di San Giorgio |
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Robecco sul Naviglio: Villa Gaia |
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Robecco sul Naviglio: Cà di Buson |
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Abbiategrasso: Palazzo Cittadini -Stampa |
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Abbiategrasso: Osteria Sant Antonio luogo dell'approdo finale
del barcone giunto (nel film) a Milano |